Open Source will save the world, or will destroy the old economy.

L'articolo su Banzi ed il suo Arduino pubblicato da Wired versione italiana (a proposito, tanto di cappello da uno scettico dichiarato) puo' avere l'effetto di una lampadina che squarcia l'oscurita': il creative commons applicato agli oggetti, all'hardware (e non penso solo ai microchip) puo' diventare la scintilla di un effetto devastante e rigenerante per l'economia degli oggetti ma anche per la societa' in generale. Allora , la storia e' questa: un simpatico italiano ha creato chip (avete presente la roba di Intel e AMD? Quello.) e ne ha condiviso in rete gli schemi... chiunque lo puo' ricreare in casa o grazie a forniture cinesi low cost per un prezzo irrisorio. Lo stesso Banzi ve lo vende a 50 euro, E se il chip e' praticamente gratis, allora un sistema di sicurezza, un impianto di irrigazione, un frigorifero, un sistema di domotica... tutto puo' costare un decimo. Anche meno. Dice l'articolista "sento il rumore di un migliaio di modelli economici che cadono". Anch'io.

Schiacciati dal peso del potere economico del know-how. L'economia della conoscenza e' arrivata davvero? Forse si', con vent'anni di ritardo, forse... ora vediamo se sara' piu' importante domani inventare una cosa e campare di royalties tutta la vita oppure saper capace di inventare e basta.

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